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Arrestate il Profeta

Kaká
l’ha confessato di recente :
voglio
diventare pastore, dopo aver smesso di giocare. Alla «Renascer em
Cristo» si augurano che quel giorno sia abbastanza lontano. Soprattutto
perché da buon evangelico e secondo gli antichi precetti dei Sacerdoti
che facevano le funzioni oggi delegate allo Stato, il milanista versa la
sua «decima», cioè il 10 per cento di quello che guadagna, nelle casse
della sua Chiesa. La quale si offende ad essere chiamata «setta», oppure
«associazione a delinquere» e centrale di riciclaggio di denaro, secondo
le accuse della giustizia brasiliana. Dei milioni di Kaká sembrano avere
bisogno soprattutto Estevam e Sonia Hernandes, i fondatori della
Renascer. La coppia è agli arresti negli Stati Uniti. Lei si è
proclamata «vescova», lui addirittura apostolo. Uno status che
evidentemente porta con sé bisogni spiccioli come magioni in Brasile e
negli Usa, appartamenti, fazendas, centinaia di cavalli, un elicottero e
decine di società intestate a prestanomi. Più guai seri con la giustizia
di due Paesi.
Il legame del più
forte calciatore del mondo con la più discussa tra le sette
pentecostali brasiliane è di ferro. Apostolo e vescova hanno
celebrato il matrimonio di Kaká e Carolina. Il giocatore nutre in loro
fede assoluta. «Non ho mai dubitato nemmeno per un attimo della loro
onestà e integrità », ha detto di recente. Oggi la fama planetaria del
giocatore, le esibizioni di fede in campo e fuori, l’ammissione di
versare ai due una quantità enorme di denaro hanno rilanciato gli
interrogativi. «Passi per le magliette e le dichiarazioni di
verginità—ha scritto un noto quotidiano di São Paulo — Ma con tali
frequentazioni come è possibile esaltare Kaká come modello per i
giovani?».
Il giocatore è
discepolo della Renascer da quando era solo un piccolo movimento
sorto nei quartieri bene di San Paolo. Difficile convincerlo che
l'ottenimento del successo nel calcio non sia merito dei soldi
dati alla chiesa. Grazie alla carica aggressiva e alle suggestioni
apocalittiche, tipica dei pentecostali, e soprattutto alle doti di
marketing dell’apostolo Estevam, oggi è un gigante da svariati milioni
di adepti, 1.200 templi in Brasile e all’estero, tv e stazioni radio.
Dai giovani di classe media è arrivata nelle favelas, dove rastrellare
denaro tra i più poveri. L’ultima mobilitazione a San Paolo, la Marcia
per Gesù, ha visto la presenza di 3 milioni di persone (il Papa, lo
scorso maggio, ne ha riuniti appena 800 mila). Per la prima volta
mancavano i fondatori, apparsi solo su uno schermo gigante. Sonia e
Estevam erano stati arrestati lo scorso gennaio all’aeroporto di Miami,
mentre tentavano di entrare negli Stati Uniti con 56 mila dollari non
dichiarati, nascosti nelle valigie tra le Bibbie. Ad agosto il
processo: 5 mesi in galera e altrettanti ai domiciliari. Oggi i due sono
nella loro villa di Boca Raton, sulle spiagge della Florida. Kaká
telefona quasi tutti i giorni.
I dollari nella valigia
sono poca cosa in confronto alla valanga di processi aperti in
Brasile, al
sequestro di quasi tutti i beni e alla richiesta di arresto che attende
la coppia se dovesse rimettere piede in patria. I giudici sospettano che
la Renascer abbia dirottato per anni i soldi delle decime nel patrimonio
personale di apostolo e compagna. I pm di San Paolo lo hanno stimato in
130 milioni di reais, circa 52 milioni di euro. In compenso la setta
deve milioni in affitti, bollette e al fisco. La giustizia è andata
anche a vedere tre entità assistenziali della Renascer nella regione di
San Paolo, trovate in stato di abbandono, con cibo andato a male e
bambini che dormivano per terra. Di bilanci neanche a parlarne. Buona
parte dei beni della coppia sono intestati a società fittizie, parenti e
prestanomi. Per la Renascer è tutto falso, un complotto della grande
stampa (i giudici si sono mossi dopo inchieste giornalistiche). Durante
i culti, i pastori denunciano la mano del demonio dietro a quelle della
giustizia.
Come
nel caso di Kaká, ce ne vuole per far vacillare la fede di un
evangelico pentecostale. Per il quale la ricchezza materiale non
solo non è peccato, ma è un dono di Dio, e la felicità va ricercata
sulla Terra. Niente di male, quindi, se la vescova veste Gucci, si è
rifatta da capo e piedi e usa la sacrestia come camerino di un teatro
prima di entrare sul palco. La Renascer resta una potenza, capace di
mobilitare spostare centinaia di migliaia di voti da un candidato
all’altro e, come tutte le Chiese, è trattata con i guanti dalla
politica. La stessa legislazione brasiliana le permette di utilizzare il
denaro dei fedeli senza troppe esigenze di bilancio.
La
televisione brasiliana è invasa da telepredicatori che mostrano miracoli
in diretta, di solito far camminare vecchiette relegate in carrozzella.
Le trasmissioni per adescare nuovi adepti parlano sempre e solo del
benessere economico ricevuto dopo la "cura", i costosi depliant patinati
non hanno foto di croci o mani giunte, ma di yacht, Mercedes e ville al
mare. Peccato che nella furba speranza di vincolare il Supremo al
conveniente scambio digiuno-contro-ricchezza, talvolta qualche madre
avida e disaccorta finisca per far morire di fame le figlie
innocenti.