Rio è pronta?
Sarà pronta Rio de
Janeiro a ospitare i Mondiali di Calcio del 2014 e le
Olimpiadi nel 2016?
Con le dimissioni del
monarca indiscusso dell'Ente calcistico verdeoro, Ricardo
Teixeira, nemico giurato del grande Pelé, un po' di pulizia
nella corruzione e nel nepotismo durato mezzo secolo è stata
fatta, anche se probabilmente ci vorrà poco perché qualcun
altro infili le mani nella marmellata.
La portata della sfida è
comunque fenomenale. Oltre alle solite richieste di
trasporto e di alloggio rappresentata da grandi eventi
sportivi, il Mondiale si
svolgerà in una città dove sono arroccate abitazioni molto
precarie, senza fondamenta, sui fianchi di colline ripide, e
dove i tassi di criminalità sono a dir poco
astronomici. Senza entrare nel merito della conflittualità
sindacale che, a fronte dell’assoluto menefreghismo dei
politici, vede riproporsi scioperi selvaggi delle forze
dell’ordine con conseguente invasioni incontenibili di
malviventi nelle strade.
L'esempio dei Giochi Panamericani,
che Rio ha ospitato nel 2007, rassicura poco: i preparativi
selvaggiamente andati oltre il budget, anche senza il
materializzarsi dei previsti chilometri di strade nuove,
così come l’allargamento della metropolitana e delle linee
ferroviarie. Né è stata ripulita la puzzolente Guanabara
Bay, come promesso.

Il trasporto aereo,
in particolare, è una preoccupazione grave. Entrambi gli
aeroporti di Rio, il domestico Santos Dumont e il Galeão
internazionale, sono già operativi al di sopra della
capacità. Il mercato brasiliano per il volo è destinato a
crescere di circa il 10% di anno in anno per almeno i
prossimi tre o quattro anni. E poi ci sono le frotte di
visitatori che affollano i Giochi stessi.
In una conferenza nel
mese di novembre Giovanni Bisignani, direttore generale
della International Air Transport Association, ha descritto
l'infrastruttura di trasporto del Brasile in aria come un
"disastro crescente" e ha detto che se il paese vuole
evitare un "imbarazzo nazionale" ha bisogno di muoversi
immediatamente. "Ma non vedo il progresso e il tempo
stringe".
Complice la
furbesca pratica di rallentare i lavori
sperando in una iniezione di finanziamenti per l’emergenza.

E tuttavia alcune
cose vanno bene. Il primo è il successo degli UPP, i
Piani di
Pacificazione messi in atto da squadre ecumeniche di
battaglioni di polizia e militari, con unità fisse che
vengono collocate in favelas o baraccopoli.
La politica stava già
procedendo, anche se lentamente, quando un'improvvisa
accelerazione causata da un'ondata di furti d'auto nel mese
di novembre ne ha forzato il ritmo. Il Complexo do Alemão,
un agglomerato sconfinato di favelas, è stato pacificato
molto prima del previsto ed è evvenuto, come si è detto,
contro le aspettative.
Da allora sia la
criminalità violenta che i reati contro il patrimonio sono
caduti in Rio, così come i criminali dello spaccio sono
stati privati di alcuni dei loro rifugi più convenienti, le
favelas addossate alla cintura della città turistica. |

E la città sta
finalmente mettendo insieme una procedura efficace per
affrontare le emergenze. Nel mese di aprile più di 100
persone sono state uccise da colate di fango dopo che quasi
mezzo metro di pioggia è caduto in sole 24 ore. La risposta
è stata scoordinata e caotico. Il sindaco, Eduardo Paes, ha
individuato negli interventi di emergenza il problema più
urgente di fronte alla città in vista delle Olimpiadi,
spiega Guruduth Banaver di IBM.

L'azienda ha appena firmato
un grosso contratto con Rio per la fornitura di assistenza
per coprire tale lacuna informativa.
Con un software e di
monitoraggio che crea un brainstorming in evoluzione che
permette una risposta più rapida e più efficace per eventi
imprevedibili.
Impedendo per esempio
alle linee telefoniche di venire sopraffatte dalla enorme
mole di richieste, proprio mentre le televisioni fanno
scorrere i numeri di emergenza.

Cosa tipica in Brasile, dove
in ogni giornata di superlavoro i “sistemi informatici”
paradossalmente cadono. Al Ministero, alle Poste, al Comune,
nelle Banche, nei supermercati. O quando inizia a piovere.
Colpa forse anche dei
misteri che si nascondono sotto la crosta di strade
costruite al sorgere di Rio, negli anni ’30, con tubulazioni,
scarichi e linee elettriche dimensionate per sostenere le
necessità di una metropoli che da poche centinaia di
migliaia di abitanti è arrivata a raggiungere quasi i 20
milioni, turisti esclusi.

Un segnale d’allarme è venuto
anche dai recenti scoppi di centraline di
accumulazione elettrica nei canali sotterranei, che in
alcuni casi hanno lanciato in aria tombini che sono ricaduti
fracassando automobili in transito.
La società Light ha
ammesso di avere oltre 50 mila collettori a rischio, che sta
sostituendo, ma sembra che il costo la ridurrebbe al
lastrico, per cui gli avvocati stiano considerando più
economico affrontare di volta in volta eventuali richieste
di indennizzo.
Ormai per la Città
Meravigliosa il punto è quello di integrare processi e dati
critici proprio sul fronte del trasporto della città, delle
opere pubbliche e delle utility. Forse ciò le Olimpiadi
lasceranno in eredità Rio vale la pena avere, dopo tutto.
Se
l’ennesimo furbo non si lascerà attrarre dall’ennesimo
facile guadagno a spesa della comunità.

12 febbraio 2012
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