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coMmenti
sui
modi di intendere un mondo diverso |
Come ci vedono
i brasiliani

La
camminata degli italiani richiama la fretta, tutti impettiti e
rigidi , i negri americani
sembrano ballare. L'incedere dei brasiliani è sornione, una "ginga"
che ancheggia con noncuranza, quasi una comunicazione sensuale.
Sembra che i corpi segnalino qualcosa nella loro postura, un
atteggiamento interiore, un modo di intendere la vita. Per
questo anche noi siamo riconoscibili agli occhi degli altri. Con
nasino in su, incerti, la testa che gira ovunque, assorti nelle
nostre meraviglie, diamo l'idea di osservare sempre una merce
esposta, mentre in relatà in vetrina siamo noi.
Una
società si riconosce anche
attraverso le parolacce della cultura popolare. Da noi si
inveisce frustrati contro la deità soverchiante, in Brasile la
fraseologia degli alterchi si appoggia prevalentemente sugli attributi sessuali.
E tutta qui la sua attenzione, il fulcro della sua giornata. Per il
resto ò gioia, intervallata dal necessario rincorrere delle risorse
necessarie a sostenerla. Un popolo adolescente in bilico
fra liberalità e invidia, orgoglioso spesso fino all'abuso,
dedito all'eccesso di ogni forma di espressione, desideroso di un
riconoscimento.

Occorre tener presente che in una
società tropicale non è l'abito a fare il monaco, ma il corpo, che
in fondo è l'unica cosa che si può mostrare. Accade quindi che le
persone ben tornite sfoggino senza ritrosìa le proprie doti, usate
come comunicazione non verbale. Una specie di morse visuale.
Edonismo, esibizione
muscolare e cura del proprio corpo sono una peculiarità che assume a
Rio una preminenza assoluta. Essendo la Città Meravigliosa per
eccellenza, i suoi abitanti si sfidano l'un l'altro a colpi di
chirurgia estetica popolare e additivi per la crescita muscolare.

Per
uno straniero, vissuto in una società controllata e repressa, è
consigliabile sperimentare con cautela ogni relazione con i locali,
siano essi improntati all'amicizia o al rapporto sentimentale. Qui
il significato di amicizia ha più a che fare con l'utilità che
con la vicinanza ideale. Dire "ti aiuto" significa spesso prestare
dei soldi che non si rivedranno mai. Il rapporto fra Sesso e Amore é
il medesimo che c'é fra interessi e valori.
Non meraviglia che il brasiliano non ne
comprenda la differenza, calato com'é nell'idea di suruba,
orgia e divertimenti promiscui. Mescolare l'erotismo
é un tutt'uno coll'idea di essere felice, presente in una vita
di cui prendere senza porsi troppe domande. E' ciò che si
evince dal suo rapporto col matrimonio, con la samba, la
politica, la religione: strumenti di cui approfittare, modi da
cui pretendere un vantaggio. L'assenza di
capacità critica é pari all'assenza di criteri di controllo
della qualità.
Sia per i prodotti che per la vita.

La
impreparazione europea fatica a comprendere il concetto di una
vastità indifferente alle ragioni della logica, che si abbarbica
come un’edera all’albero delle occasioni. Abbiamo vissuto per troppo
a lungo nella bambagia compiaciuta del benessere cercando di
estirpare le sofferenze assieme alle malattie, i dubbi insieme con
le cicatrici. Alla fine abbiamo prodotto una generazione di
consumatori sonnolenti e insoddisfatti, che si riversano nei
paradisi tropicali pretendendo il medesimo ambiente asettico al
quale sono abituati. E si fanno male, soprattutto quando vengono a
contatto con gli appetiti dei meno fortunati. Gli occhi ancora
cullati dalle teorie del rispetto e della povertà dignitosa che
campeggiano nelle foto delle riviste umanitarie, facciamo fatica a
reagire a un borseggio, a un'amicizia beffarda, a una semplice
perentoria richiesta di elemosina.
Tutti in
Brasile partecipano come possono al clima di approfittare di ciò che
c’è, senza imbarazzo e senza pudore. L’obiettivo è non sentirsi
esclusi, in una valle delle meraviglie che scodella in ogni stagione
milioni di turisti bianchicci che vagano con il naso all’insù.
Occorre
prepararsi diligentemente, soprattutto se si intende affrontare
una permanenza prolungata. Entrare in una società nuova
significa adattarsi a un nuovo ambiente cambiare, il che prevede
l'adozione di nuove abitudini alimentari e comportamentali. E'
come la scheda del telefonino. Occorre togliere dalla propria
testa in chip italiano e metterne uno nuovo, sapendo che occorre
un po' di tempo per vedere come funziona.
Tutto per non rimpiangere la scelta di volersene
stare un po' in pace, a pancia in sù...

max - 08 apr 2008

Segui la via breve:
commenti e paradossi

Vita di gommista nell'interior di Natal

Gomme:
il loro destino è impolverarsi, infangarsi, scorticarsi, volvere
prone sul bitume rovente come serve umiliate, a volte finire in
un faló, compagne di altre schiave, che bruciano la propria
dignità sul ciglio di una statale...
da :
ciaobrasile
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Notizie da Barra
L'ho scritto in
rosso perché così iniziamo a lettere di fuoco. Insomma, caro
Pier,
...vorrei tentare di fare
quell'esperimento di cui si parlava, una pagina sulle
attrattive e attività locali.
In prima pagina del mio sito
mi sono preso la licenza di postare un link del tuo
articolo del gommista Iran, tanto per dare un'idea di
come potremmo confezionare la cosa: articoletti con foto
e rimandi ad eventuali altri articoli di riviste online
o siti collegabili. Chissà che ne venga fuori una cosa
curiosa e simpatica, o che comunque ci faccia passare un
po' di tempo senza arrotare i pollici, cosa che nel
frattempo tu sarai dimentico, visto come sei preso dai
vari preparativi.
Intanto avevo postato un
commento il mese scorso anche nel tuo sito, ma
probabilmente non ci sei entrato ancora e si sarà
arenato fra i flutti del mare virtuale. Beati coloro che
sono assiduamente affaccendati in cose importanti. Il
tempo passa. Qui fa un po' di pioggerellina, spero tanto
nel sole e così spero di voi...
06 maio 2010.
Grazie per i complimenti immeritati e inebrianti come il
regalo di una dose di crack.
Nel mio sito ci entro solo quando devo inserire qualcosa
di nuovo e i tuoi graditissimi commenti non li avevo
ancora letti.
Sono d'accordo sull'idea della pagina su Barra. Mentre
ti scrivo é in corso una prova, credo, della banda di
capoeira nel collegio qui di fronte.
Dal livello del rumore di voci e percussioni devono
essere in buon numero e devo dire che nonostante
atrapagliassero un po' la lettura della dispensa di
sociologia, l'insieme sonoro era decisamente
coinvolgente, grazie probabilmente anche all'acustica
del locale.
Non sono andato a vedere indeciso tra continuare lo
studio e andare a documentare l'avvenimento ma un po'
frenato dal timore di finire nel pentolone.
Questo, la banda, gli "avvenimenti occasionali" fuori
programma ma sempre sensazionali, le prossime quadriglie
di San Giovanni (piogge permettendo), giá sono materiale
buono per cominciare. L'impostazione che dici mi sembra
quella piú attraente, poi vediamo gli sviluppi.
Bye.
Ho tirato una foto del gruppo quando sono usciti, la
Veronica dice che forse vengono da fuori, ci sono molti
meninos, riconosci qualcuno degli altri?

Nehum, a parte quello seduto sugli scalini della
chiesa che mi sembra un maestro di Capoeira di Vila Flor
o di Canguaretama, lo avevo incontrato un giorno con
quella lenza di Maxsuel, non c'era giorno che non
inconptrassimo un capoeirista dedito al lavoro dei campi
o di falegnameria, o in pausa dal lavoro di
pedrero.

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Notizie da Barra
Niente di nuovo sul fronte occidentale.
Quasi, niente. Già ti ho detto del parrucchiere che
hanno fatto fuori alla vaquejada di
Canguaretama, se i colpi fossero 12 o 14 ancora non
è stato chiarito e forse non lo si saprà mai.
Senza voler apparire cinici, ancora una volta si
conferma come questa gente, nonostante le loro non
brillanti condizioni economiche non abbiano alcuna
attitudine al risparmio.
Pare che il proprietario dell'Areia do Mar
sia un pezzo grosso dell'antidroga alla Polizia
Federale. Perlomeno così si dice.
Più certo è che la moglie di un tizio portoghese
(con cui non ho mai avuto la fortuna di
fraternizzare) che ha comperato un terreno lì vicino
a te e che tutti chiamano semplicemente "il
Messicano" se la fa con il marito della padrona del
ristorante Peixe & Cia.
Forse sei già informato perché eri lì, ma non so. Il
giorno che sei partito, all'aeroporto di Recife
hanno arrestato il Messicano perché aveva in valigia
cinque paia di scarpe. Imbottite di coca. Chi dice
un chilo, chi dice due, forse non lo si saprà mai.
Pare che l'unica telefonata concessagli l'abbia
fatta alla moglie senza riuscire a parlarle perché
era in una pousada a Natal con il tizio di
cui sopra.
Allora ha chiamato l'Areia do Mar e ha
lasciato detto che non aveva potuto partire e punto.
E di avvisare sua moglie.
Quando il messaggio è stato trasmesso alla moglie
questa pare abbia fatto un casino non si sa se
perché aveva capito o se pensava di essere stata
colta in flagrante comunque sembrava fuori di sè.
Il tizio è poi passato con il buggy alla pousada per
prendere gli effetti personali della signora e la
moglie del tizio è passata anche lei per prendersi
l'altra auto a titolo di risarcimento.
Chi rampegava sui muri era anche il dono della
pousada quando ha saputo che ospitava uno
spacciatore e questo gli era passato sotto il naso
senza che lui neanche subodorasse una pista.
Perlomeno stavolta non si è fatto male nessuno. Per
il resto una noia...

Càspita, sempre quando vado via io iniziano le
feste...
02 de maio,
2010
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max.bonaventura@gmail.com
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Come quello
del cardiochirurgo, anche il mestiere di turista necessita di
preparazione e oculati aggiornamenti.

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La guerra
di
Rio...








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